Italian Job

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Il generale Khalifa Belqasim Haftar  FOTO DI GABRIELE MICALIZZI / CESURA

Hackney 19/02/05. Esiste un metodo semplice per aggirare l’aggiornamento renziano ai meccanismi della dittatura mediatica italiana. Dalla sua maldestra interpretazione del concetto di rivoluzione digitale, grazie al prezioso contributo delle menti brillanti che lo circondano, e senza dimenticare quelle illuminate che lo hanno cresciuto e sostenuto nel tempo, nasce l’idea della politica- applicazione che finge di semplificare a favore della trasparenza, ma che poi tra un # e una @ utilizza i nuovi strumenti della comunicazione per nascondere i contenuti di una realta’ difficilmente proponibile sotto altre forme.
La distopia che prende il posto dell’ utopia.

Occorre allora fare lo sforzo di mettere da parte i colori del gossip, rifiutare agenzie e giornali di servizio, per concentrarsi direttamente sul lavoro dei suoi ministri e collaboratori.
Vanno pedinati. Bisogna analizzarne l’ attivita’ istituzionale, metterla di fronte alle loro stesse dichiarazioni, scritte o verbali che siano. Le interviste preconfezionate, l’ intervento a margine del meeting, il retweet allusivo e pavido.

Hanno detto: “In Libia l’unica soluzione e’ politica”.

L’ ha detto il ministro Gentiloni e l’hanno scritto tutti insieme, i governi riuniti di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, e poi la stampa.
Bene, bravi. Forza e coraggio, che dopo aprile viene maggio!

Dunque la soluzione e’ politica. Ma la politica da seguire quale sarebbe?
La proposta politica italiana per la Libia l’ha illustrata ieri Sebastiano Cardi (1) di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e a leggerla cosi sembrerebbe voler unire le milizie islamiche di Fajr Libya, quelle dei Brigate Martiri 17 febbraio, del Battaglione Martire Ruff Dio Alshata e delle Brigate Zintan,  con quelle del governo in esilio a Tobruk, dove e’ rientrato Haftar “l’ americano”. Operazione piuttosto complicata se si considera che il generale Haftar e’ sotto stretta osservazione da parte dei lealisti di Tobruk e dei miliziani di Zintan, e che sulla sua testa pende una taglia messa su proprio da quelli di Fajr Libya. Si ha l’ impressione che questa missione durera’ a lungo e che per tenere la situazione sotto controllo bisognera’ avere i nervi molto saldi. Si rischia una situazione simile per certi versi a quella dell’ Afghanistan, dove dopo 15 anni la pace e’ ancora un miraggio.

Uno  stralcio della dichiarazione italiana al Consiglio di Sicurezza di ieri:

“L’Italia e’ pronta a contribuire al monitoraggio del cessate il fuoco e al mantenimento della pace. Siamo pronti a lavorare per addestrare i soldati, in un quadro di integrazione dei militanti in un esercito regolare e a contribuire alla ricostruzione delle infrastrutture del paese.
Siamo pronti a trattare e guarire le ferite della guerra e a riprendere in mano il nostro vasto programma di cooperazione con la Libia.
La popolazione civile deve vedere chiaramente i vantaggi della riconciliazione sostenuta dalla comunita’ internazionale.
Signor Presidente, sarà nostro compito, sin dall’inizio, assistere le autorità libiche nella stabilizzazione del paese.
Anche nello scenario più ottimistico, questo processo sarà lungo e fragile, e richiede percio’ un’azione coordinata dei diversi attori internazionali.
L’Italia è disposta ad assumere un ruolo guida in questa attività, nel quadro di un’iniziativa delle Nazioni Unite”.

Concludo con un paio di punti:

1) Nell’ ultima relazione al parlamento sulla vendita di armi e’ stato certificato il record italiano dell’export di forniture di armi in Medio Oriente e Nord Africa (709 mln di euro su 2,1 miliardi di euro di esportazioni totali. (2).
Altro che i riscatti dei sequestri..
Il nostro paese ha finito per fornire armi sia agli eserciti che ai ribelli, e’ successo in Iraq, sta accadendo in Libia e lo vedremo domani in altri paesi.
Perche’ con le guerre in tanti si arricchiscono.

2) L’Italia è il primo importatore di petrolio grezzo libico (3). Inoltre 12% del nostro fabbisogno nazionale di gas dipende dalla Libia che attraverso i 512 km di tubi di Greenstream, che collegano la Libia all’Italia tramite il terminale di Gela, ci fornisce qualcosa come venticinque milioni di metri cubi al giorno.
e

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(1) Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite dal 19 luglio 2013. Vice Capo Missione presso l’Ambasciata d’Italia a Washington dal maggio 2007 al settembre 2010, Consigliere Diplomatico del Presidente del Senato italiano nel II° governo Berlusconi (2001) durante l’ invasione dell’ Afghanistan, operazione ‘Enduring Freedom’.

(2) Rete Nazionale Disarmo. Documento prodotto dalla “Relazione sulle esportazioni di sistemi militari ” del governo italiano.

(3) Analisi Difesa, ” LIBIA: 15 ERRORI DA NON RIPETERE”
di Fabrizio W. Luciolli, docente di Organizzazioni Internazionali per la Sicurezza presso il Centro Alti Studi per la Difesa.

Come la NSA ha truccato la crittografia

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23 Settembre 2013, Martijn Grooten

Di tutte le rivelazioni fatte da Edward Snowden, trovo quella recente su Dual_EC_DRBG sicuramente la più intrigante e se possibile la più scioccante – anche se non era proprio una notizia.

Mauro “Pirata”

Mi incuriosisce perché tratta delle curve ellittiche. Amo le curve ellittiche. Le ho studiate abbastanza approfonditamente quando ho lavorato come matematico, e anche se non le uso più, sento ancora una predilezione per loro.

Ma ancora più importante, mi intriga perché inizialmente non mi rendevo conto quanto fosse realmente accaduto – e a giudicare dai commenti e gli articoli che ho visto, non ero l’unico.

La NSA non ha indebolito uno standard crittografico. Piuttosto, ha messo una backdoor all’interno dello standard. C’è una differenza importante. Di conseguenza, se si utilizza Dual_EC_DRBG, sei ancora ben protetto se l’avversario dal quale ti stai difendendo non è l’NSA. Ma se lo è, praticamente sei fritto.

Dual_EC_DRBG è un generatore di numeri pseudo-casuale (o generatore casuale di bit deterministico; da qui il nome). È uno dei quattro del suo genere che sono stati definiti nello standard del 2006 NIST SP 800-90A (PDF). Lo standard è stato scritto con l’aiuto di alcune persone presso la NSA. Per quanto ne sappiamo ora *, di fatto l’NSA ha scritto lo standard

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Riconoscimenti
L’Istituto Nazionale degli Standard e delle Tecnologie (NIST) graditamente ringrazia con riconoscenza e apprezza i contributi di Mike Boyle e Mary Baish dell’NSA per l’assistenza nello sviluppo di questa Raccomandazione. Il NIST ringrazia anche i molti contributi dai settori pubblici e privati.

Beh, questo è fastidioso.

La casualità è una parte essenziale di qualsiasi sistema di crittografia. È anche dove molti sistemi di crittografia hanno debolezze, quindi se si sta implementando la crittografia, ha senso utilizzare uno standard fornito da una rispettabile organizzazione come il NIST.

Quello che fanno i generatori di numeri pseudo-casuali è trasformare un piccolo ‘seme’ di dati opportunamente casuali in un flusso costante di numeri casuali, che consente di ottenere un numero con entropia arbitrariamente alta. L’entropia è definita solitamente come un modo per misurare la casualità, ma qui (e probabilmente in generale) è meglio vederla come un modo per misurare la sorpresa verso un avversario. Un’alta entropia significa che l’avversario sa molto poco dei numeri casuali che il genera sistema.

Dual_EC_DRBG utilizza una determinata curva ellittica. Le curve ellittiche sono dotate di una struttura supplementare, chiamata una struttura di gruppo. Ai fini di questo post, è sufficiente dire che permette di camminare lungo la curva ma, piuttosto che seguire semplicemente la forma della curva, la passeggiata apparentemente vi fa andare dappertutto. È questo “dappertutto” che le rende utili per generare numeri pseudocasuali (e per la crittografia in generale).

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La struttura di gruppo su una curva ellittica. Non preoccupatevi se non ha senso.

A parte la curva, l’algoritmo utilizza anche due punti dati P e Q su questa curva. Come la curva, vengono trattati in un’appendice dello standard del NIST.

Ora esiste una relazione tra questi punti P e Q: se parti da Q e continui a camminare, poi, per alcuni grandi numeri e, dopo e passi si finisce a P. Questo non è un segreto: è una semplice proprietà della struttura di gruppo delle curve ellittiche. Ma se la curva è grande (e quella utilizzata in questo standard lo è), ci vorrà molto tempo per calcolare e. Pensate in termini di milioni di anni. Così nessuno sa e nessuno può sapere quanto sia e.

Nessuno? Beh, se si sceglie semplicemente un punto P sulla curva e si sceglie un numero e (molto grande), è possibile utilizzarlo per calcolare un punto Q. Se poi rilasci questi P e Q a qualcuno, loroavranno ancora bisogno 1 milione anni per calcolare e. Ma tu lo sai.

E questo è esattamente quello che ha fatto la NSA. Hanno fornito la P e la Q nello standard. Loro, come è diventato chiaro dai documenti di Snowden, conoscono e. Noi no. E noi non possiamo calcolarlo.

Questo ha importanza?

Lo ha. Nel 2007, Dan Shumow e Niels Ferguson, due ricercatori che lavoravano per Microsoft, hanno mostrato che, se si conosce e, infrangere la generazione di numeri pseudocasuale diventa un po’ più facile. Un po’ più facile? In realtà, diventa quasi un gioco da bambini. Efficacemente, hanno mostrato che all’NSA, il tuo generatore di numeri pseudocasuali ad alta entropia, genera risultati con pochissime sorprese.

In pratica questo significa che, conoscendo e, si può leggere quasi tutto il traffico TLS crittografato (che include HTTPS) utilizzando un algoritmo basato su Dual_EC_DRBG.

Dopo che la possibile backdoor è stata trovata nel 2007, il NIST ha effettivamente aggiornato lo standard. Ora vi mostra un metodo per scegliere dei ‘buoni’ P e Q per conto proprio (perché non si possono scegliere dei punti arbitrari). Ma si dice ancora che se volete che la vostra crittografia sia certificata FIPS 140, è necessario scegliere i punti che hanno scelto per voi. “Fidatevi,” si legge tra le righe, “sappiamo che funzionano”.

Così perché qualcuno dovrebbe fidarsi di loro, soprattutto dopo che è stato dimostrato che qualcuno potrebbe probabilmente aver inserito una backdoor? Questo non sta a me dirlo. Ma lo standard è usato in un bel po’ di implementazioni.

Ciò che rende ancora più strano è che, come Matthew Green ha sottolineato in un eccellente post, l’algoritmo è anche abbastanza difettoso in diversi altri modi. Non stupisce che il mondo della crittografia si trovi improvvisamente in una crisi esistenziale.

Ora sarebbe stato un male se la NSA avesse fatto in modo che qualcuno fosse riuscito a rendere più debole la crittografia che tutti noi usiamo. Tuttavia, il campo di gioco sarebbe rimasto allo stesso livello, anche se con minore sicurezza per tutti.

Sarebbe stato un po’ peggio, se la NSA conosceva un algoritmo segreto che gli permette di infrangere la crittografia. (È forse una delle future rivelazioni di cui Bruce Schneier ha accennato che mostrerà cosa possono fare per alcuni standard di crittografia). Eppure, in ultima analisi, si tratta solo di battere l’avversario su chi sia il più intelligente.

Ma ciò che la NSA ha fatto è stato puro barare. La crittografia rimane sicura per tutti noi. Ma loro possono infrangerla. Perché la hanno scritta. E ci hanno messo una backdoor. E anche sapere (e lo abbiamo saputo da tempo) che ci fosse una tale backdoor, non ci serve a niente.

Barare con la privacy di miliardi di utenti Internet non è nient’altro che molto, molto sbagliato.

(A parte i post linkati del blog di Matthew Green, c’è questo pezzo su Wired sul Dual_EC_DRBG che Bruce Schneier ha scritto nel lontano 2007, quando Edward Snowden non era che un dipendente Junior della CIA che lavorava in Svizzera. Come qualsiasi cosa Schneier ha scritto sulla crittografia, ne vale la pena leggerla).

* L’NSA non l’ha mai ammesso ed è improbabile che lo farà mai. Mentre nessuno dubita che la NSA abbia inserito una backdoor nel Dual_EC_DRBG, non siamo in grado di dimostrarlo. Durante tutto il post sul blog, ho assunto siamo sicuri. È stato fatto per una lettura più facile. E, francamente, ne siamo abbastanza sicuri.

Il post in inglese sul blog di Martin: How the NSA cheated cryptography

 

Mauro “Pirata”.

Riflessioni di sabato mattina (maturate all’ ultima “festa” al Cinodromo)

Siamo Quelli dei concerti “per tutti”, a 12 euro.. del vino bianco caldo a 5 euri al bicchiere di plastica..degli “amici” sindacalisti che poi diventano politicanti, ma forse lo erano sempre stati.

Siamo quelli delle serate a base di droghe sintetiche, preparate con veleni prodotti per uccidere animali, le stesse droghe che trasformano volti e menti, che creano danni irreversibili debilitando corpi gia’ deturpati da “usi e costumi” presi in prestito – o rubati- ad etnie tribali.. e qui non vale il detto “la citta’ e’ come una giungla”.

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Emarginare le esistenze rendendo gli esseri umani schiavi, produrre e dividere gruppi di rifiuti umani indifferenziati.

Siamo la deriva del movimento anarco-punk, ma ci definiscono “rispettabile movimento di protesta”..

Continuiamo a collocarci a sinistra, anche quando cerchiamo di tappare la bocca a chi spesso e’ stato con noi e oggi ci critica……

– Antifascismo fascista, direbbe qualcuno –

Ma noi chiamiamo loro fascisti, e’ cosi efficace !

Noi sui camion col megafono, voi nelle strade coi volti coperti, a prendere manganellate e a respirarvi il gas dei lacrimogeni..

Siamo ANCHE tra quelli che oggi protestano, ma che ieri non hanno votato, per frustrazione, ignoranza, o indifferenza..
Siamo quelli abituati a nutrirsi di pane e cattiveria, che ormai sanno esprimersi solo attraverso l’ uso della forza.

– Chi e’ il complice del Sistema, chi ne accetta la schiavitu’?
Siete proprio voi l’ antisistema?-

“Ah, er panino vegano-bio e la birra autoprodotta dentro gli estintori, fanno du scudi!”

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immagine tratta dalla fanpage di Acrobax

 

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ètn

Papa Francesco e la canonizzazione di Wojtyla

Immagine Probabilmente questo articolo non sara’ nulla di sbalorditivo, non suscitera’ in voi nessun inedito sentimento , ma io provo ugualmente a lasciare qualche traccia. Con alcuni  fatti . Di certo non sara’, e non avrebbe alcun diritto ad essere una critica tout court a Papa Francesco.  Non ho motivo per accodarmi ad un certo “controcorrentismo imperativo”, ma, molto spesso, devo dirlo, e’ proprio grazie alla perseveranza dei contestatori che si riesce a mantenere la rotta, ascoltando la loro voce e sforzandosi di approfondire le loro istanze. Ovunque si trovano spunti di riflessione, e nella voce di chi ha qualcosa da dire c’e’ sempre un fondo di verita’. A volte anche alle 4 del mattino! L’ Ultimo Miracolo. Scrivo a proposito dei prossimi santi in calendario, Carol Woytila e l’ altro, Giovanni XXIII. In seguito all’attribuzione di un secondo miracolo che avrebbe passato il vaglio delle consulte mediche e dei teologi della Congregazione per le Cause dei Santi -presieduta dal Cardinale Angelo Amato- Giovanni Paolo II sarà “canonizzato” (fatto Santo), insieme a Giovanni XXIII, da Papa Francesco, il 27 aprile 2014. Credo di poter rintracciare almeno un paio delle mie personalissime critiche al processo di divinizzazione del “Papa buono”, del 263° successore di Pietro, l’ uomo per il quale milioni di fedeli, l’ 8 marzo del 2005, al grido “Santo Subito”, invocarono l’ elevazione al rango di Essere esemplare. Il riconoscimento del merito tra quelli che in vita si distinsero nell’ esercizio della virtù cristiana in forma eroica. Quello che la Piazza non teneva in considerazione, mentre urlava slogan del tipo:  ” Jean Paul  two, we love you ! “, era che nessuno di loro, alla morte di Karol, avesse ragione di pretenderne una santita’ immediata, cosi, come premio alla carriera. Quanto trasporto in quei cori da concerto Cristo-Rock. Tuttavia, l’ entusiasmo non era sufficiente. La proclamazione a Santo e’ un fatto molto serio, almeno sulla Carta, e per diventarlo ci vogliono miracoli post mortem. Fu cosi’, che a distanza di due mesi dalle invocazioni pressanti della folla dei tanti “cattolici da pasticceria, durante il funerale del Papa polacco, Suor Marie Simon-Pierre , della  Congregazione delle Piccole Suore delle Maternità Cattoliche di Aix-en-Provence, Francia -nata nel 1961 a Rumilly-en-Cambrésis-  guari’ dal Parkinson, in maniera improvvisa e “scientificamente inspiegabile”…Fu proprio questa la conclusione del lavoro della commissione interna alla Chiesa, composta da medici, notai, vescovi, delegati Episcopali, promotori di Giustizia, e vaticanisti…Eh gia’, esistono i vaticanisti, sono quei giornalisti-ambasciatori della Chiesa romana, ogni Tg ha il suo,  ogni giornale si tiene stretto quello di fiducia..che poi alla fine sono sempre gli stessi.. La commissione dell’ “Associazioni di medici cattolici (www.fiamc.org), attraverso  il dottor José Maria Simon, dichiaro’ che le critiche al miracolo di Giovanni Paolo II sulla religiosa francese  suor Marie Simon Pierre erano “offensive” per i medici e professionisti che fecero la diagnosi della malattia e per coloro che ne constatarono l’incredibile scomparsa. “Se c’è una cosa che è certa è che oggi dal Parkinson non si può guarire, e tantomeno si può farlo improvvisamente.” Poco importo’ se fuori dalla Chiesa c’erano medici che non erano affatto sicuri della malattia della Sorella. Comunque, in questo caso, Mistero della fede. La Sindone di Torino, Il sangue di San Gennaro a Napoli, la Madonna dalle lacrime di sangue di Civitavecchia. Cosi si alimenta la bugia piu’ grande della Storia. Finche’ l’ ignoranza prevarra’ sulla ragione. Non quella di Gesu Cristo, sia chiaro, la sua e’ La Storia, almeno per me. Semplicemente parlo di quel processo di mercificazione che fa del Sacro un prodotto affascinante, simile a quelli esposti negli scaffali dei supermercati. Spesso con ribassi del 30% sul prezzo di listino…Che poi non dista molto dai “cattolici da pasticceria” a cui faceva riferimento proprio oggi Papa Francesco. Il turismo religioso e’ una macchina da soldi, lo e’ per Roma e per il Vaticano principalmente. Esistono persino paesi interi, San Giovanni Rotondo ad esempio, dove la pizzeria, la farmacia, il bar e l’ edicola portano tutti  il nome del Santo. Lo credo bene che a fare pressione per accellerare i tempi di canonizzazione fosse proprio il clero polacco, guidato dal cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II  fino alla fine dei suoi giorni Il discorso relativo alla valutazione dei miracoli e’ significativo, rappresenta il retaggio culturale nel quale questa istituzione e’ rimasta relegata. E qui Francesco cade, e cade male. I documenti relativi al processo di canonizzazione portano la sua firma, il Concistoro gli appartiene, e’ roba sua . Mi domando se gli appartenga veramente anche La Teologia della Liberazione, o se la critica alla sua impronta marxista alla fine abbia prevalso. Le sue parole sposano in pieno quegli ideali di emancipazione, la Chiesa “povera per i poveri”, “la globalizzazione dell’ indifferenza”, le misure adottate per riformare lo Ior, la creazione di un consiglio tutto suo composto da sacerdoti impegnati nei paesi in difficolta’, sono segnali importanti, non c’e’ dubbio. I rapporti con le dittature sudamericane. Giovanni Paolo II era lo stesso uomo che recandosi in visita dal dittatore assassino Augusto Pinochet si affaccio’ dal balcone della Moneda, salutando e benedicendo la folla. La calorosa legittimazione del regime pinochettista da parte del papa provocò dure reazioni, anche in una parte consistente del mondo cattolico, fortemente critico nei confronti della dittatura cilena e dell`alleanza militari-Chiesa.  Questo, il telegramma riservato, che scrisse  ill 18 febbraio 1993: “Al Generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa Signora Lucia Hiriart de Pinochet, in occasione delle loro nozze d’oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale. ” JP II. Troppe ombre nel suo pontificato, la nomina a Cardinale di  Pio Laghi complice della dittatura argentina, i silenzi sui desaparesidos, le critiche all’ omosessualita’, i sintomi dell’ arretratezza culturale sui temi dell’ uso contraccettivi, o la scarsa considerazione  dell ruolo della donna all’ interno della Chiesa. Archivo Vaticano Renato Dardozzi , mori’ nel 2003. Era il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, uno dei pochissimi consiglieri della Segreteria di Stato della Santa Sede. Nel suo testamento, che è stato reso pubblico, esiste un archivio di oltre quattromila documenti, costituito di carte-lettere, relazioni, bilanci, verbali, note contabili, bonifici e missive tra le più alte autorità vaticane. Sono state raccolte dal giornalista Gianluigi Nuzzi nel suo libro Vaticano S.p.A. Nel libro viene dato rilievo al fatto che le varie speculazioni finanziare erano coperte da un sistema complicatissimo di conti cifrati per proteggere clienti eccellenti (per i quali venivano usati nomi in codice) e che spesso erano mascherate da associazioni e fondazioni benefiche fittizie (come nel caso della Fondazione Francis Spellman, che sul retro presentava come “firma autorizzata”, quella di Giulio Andreotti) . Nella prima parte del libro viene spiegato in che modo dall’archivio Dardozzi emergesse il fatto che circa due terzi della maxitangente Enimont (90 miliardi di lire) fossero finiti nello Ior. Nella seconda parte vengono messi in luce i legami fra la Banca Vaticana e la mafia. E’ un documento molto interessante, li ci sono tanti strumenti per comprendere meglio la nascita del fenomeno Watileaks. Nel secondo libro, Sua Santità, scritto sempre dello stesso autore, Gianluigi Nuzzi, si trovano molti dei documenti privati del Papa, trafugati dal maggiordomo di Papa Ratzinger, Paolo Gabriele. Per lui si mobilito’ la misteriosa macchina della giustizia sanpietrina, la Gendarmeria Vaticana esegui’ il mandato. Dopo due mesi nelle carceri vaticane, Benedetto XVI°gli concesse la grazia. Pedofilia e corruzione. Il Vaticano copri’ a lungo durante il pontificato di Papa Wojtyla, gli abusi dei sacerdoti nelle diocesi di tanti paesi, e negli Stati Uniti in particolare, la Chiesa pago’ milioni di dollari per chiudere le cause che gli venivano intentate, il tutto per evitare i processi. Questa, e’ l’ unica contestazione che mi sento di rivolgere, ad oggi, al nuovo Papa. Credo che tutte le grandi riforme debbano passare innanzitutto attraverso l’ ammissione delle proprie colpe, meglio, dei propri peccati. L’ enfasi, a volte teatrale, cosi come l’ oratoria eccellente sono utili, e la qualita’ dei messaggi di Franceso non la metto in discussione, anzi, mi sento veramente conquistato. Ma i fatti mi interessano di piu’, quelli rimangono li, non si cancellano come i peccati con due Ave Marie e tre Padre Nostro. Le mezze confessioni possono diseducare i fedeli, e rendere tutti questi fatti incontrovertibili. Carissimo Papa Francesco, quando Wojtyla sara’ ormai nel regno dei Santi, per mano Sua, prima di ogni tweet, tenga presente che in realta’ nessuno di noi, arrivati a questo punto avrebbe il diritto di parlare per conto di Cristo. p.s. Ho fatto anche il chierichetto dai 5 ai 9 anni in un collegio di Roma molto ben frequentato..leggevo il Vangelo, versavo da bere, e servivo alti prelati, compreso un membro del Conclave, al quale durante i suoi ritiri spirituali estivi ho portato anche la colazione e giornali; (sono nato oste!).. era Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Ugo Poletti, quello famoso per aver autorizzato la sepoltura del criminale Enrico De Pedis  nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare. —————————————————————————————————— étn. 7/10/13 – Dalla Congregazione delle Cause dei Santi :   Documenti: Prima Sessione o Sessione di Apertura dell’Inchiesta (sulla canonizzazione)  Art. 88 – Nelle chiese, e fuori di esse, è di massima importanza astenersi sempre da ogni atto che possa indurre i fedeli a ritenere a torto che l’inizio dell’Inchiesta comporti necessariamente la beatificazione e la canonizzazione del Servo di Dio (ad es., celebrazioni liturgiche e panegirici in onore dei Servi di Dio, ecc.) (112).

Le bugie hanno le gambe corte cosi!

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                                                                    Federico Rampini, corrispondente per “La Repubblica”, da New York.

di ètn.

ITALIA – Roma 19/09/2013. La conferenza stampa di Ban ki-Moon sull’uso di armi chimiche in Siria è stata chiara e pesante in alcuna passaggi: «Chi ha usato armi chimiche dovrà assumersene la responsabilità. Qualsiasi utilizzo di armi chimiche da parte di chiunque, ovunque, è un crimine.

Il nostro messaggio di oggi deve andare oltre: non si può massacrare il proprio popolo con il gas (messaggio che non sposta nulla, visto che potrebbe riferirsi al Presidente Assad o agli stessi oppositori, ndr) (…). Devono essere puniti anche i crimini commessi con armi convenzionali. (…) La situazione umanitaria è disperata. Ci sono persone che vivono sotto assedio. Le famiglie affrontano scelte intollerabili tra il rischio di rimanere sul posto e il rischio di dover fuggire. Comunità che vivevano in relativa armonia ora sono strappate dalle loro terre con violenza settaria. Un terzo delle persone del paese hanno lasciato le loro case. Il più grande flusso di rifugiati e sfollati registrato da molti anni, sta causando l’instabilità in tutta la regione. Il team di esperti guidato dal professor Ake Sellstrom merita elogi (tra i tre firmatari de documento degli ispettori c’e’ un italiano di Roma, Maurizio Barbeschi, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr). Hanno affrontato circostanze pericolose tra cui un attacco da parte di cecchini. Hanno fatto il loro lavoro a tempo di record nel rispetto dei più elevati standard professionali e scientifici. Il lavoro degli esperti rappresenta il meglio dell’Onu. La missione del team del Dott. Sellström è stata in grado di determinare oggettivamente che il sarin è stato utilizzato su scala relativamente grande, come ho detto. Il lavoro del team era per stabilire “se” e in che misura le armi chimiche siano state usate, non “chi” le ha usate. Sta ad altri decidere se perseguire ulteriormente la questione per determinare la responsabilità. Possiamo tutti avere i nostri pensieri in proposito, ma vorrei semplicemente dire che si tratta di un grave crimine e che i responsabili devono essere assicurati alla giustizia al più presto possibile. (…) L’ottantacinque per cento dei campioni di sangue prelevati sono risultati positivi al sarin. La maggioranza dei campioni ambientali confermano l’uso di sarin. La maggior parte dei razzi o frammenti di razzi recuperati contenevano sarin. (…) La lettura del rapporto è agghiacciante. Quanto è accaduto costituisce un crimine di guerra oltre che una grave violazione del Protocollo del 1925 e di altre norme del diritto internazionale consuetudinarioSi tratta del più significativo utilizzo di armi chimiche contro la popolazione civile dai tempi di Saddam Hussein a Halabja nel 1988, sicuramente il peggiore del XXI secolo. La comunità internazionale ha la responsabilità di garantire che queste armi non vengano utilizzate come strumento di guerra. L’adesione della Siria alla Convenzione sulle armi chimiche e il tardivo riconoscimento di esserne in possesso è un fatto positivo che comporta in ogni caso l’ assunzione di misure rigide. Accolgo con favore l’ accordo raggiunto tra la Federazione russa e gli Stati Uniti in merito all’eliminazione di questo tipo di armi da parte della Siria. La Missione delle Nazioni Unite tornerà in Siria il più presto possibile per svolgere ulteriori indagini».

Questi passaggi salienti della conferenza stampa del 16 settembre, a New York hanno scatenato le immediate le reazioni al Consiglio di Sicurezza:

Unanime la reazione dei tre membri permanenti occidentali. Secondo Samantha Power, ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro, i dettagli tecnici dimostrano che solo il regime di Assad può essere responsabile. Lo stesso afferma l’ambasciatore Mark Lyall Grant, rappresentante permanente della Gran Bretagna al Palazzo di Vetro, secondo cui la qualità del sarin impiegato era superiore a quello usato nell’attacco alla metropolitana di Tokyo e all’Iraq: «Non era roba da dilettanti». Per Alexis Lamek, incaricato d’affari di Parigi, «la natura del sarin utilizzato, il tipo delle munizioni e la traiettoria mostrano che il responsabile dell’attacco è il regime. E questa non è una sorpresa per noi». Nulla di fatto invece per la Russia secondo cui non c’è la “smoking gun” la pistola fumante che incastrerebbe Assad. Secondo l’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Cherkin, il lavoro degli ispettori deve essere «approfondito e allargato ai ribelli in base alle accuse formulate nei loro confronti dal governo siriano».

I commenti e gli approfondimenti sono fioriti in tutto il mondo e sono fioccati anche nel Belpaese. Questi ultimi ci danno l’estro per parlare del ruolo nell’affaire siriano di alcune ong internazionali: Federico Rampini (Repubblica) scrive che «l’atteso rapporto degli ispettori Onu arriva con settimane di ritardo su analoghe perizie compiute dai servizi americani, dai francesi, dagli inglesi, nonché (prime fra tutti) da Ong umanitarie come Medici senza Frontiere e Human Rights Watch. Tuttavia il rapporto è la prima conferma fornita da esperti di un’organizzazione internazionale che tutte le parti in causa riconoscono» Guardando però la versione ufficiale della propria indagine fornita da Medici senza Frontiere si legge: «Nei giorni scorsi sul web e sui social media sono circolate informazioni false o male interpretate sulle attività di Msf, dopo quanto dichiarato nel comunicato stampa del 24 agosto in merito ai sintomi provocati da agenti neurotossici.

Msf non è in grado di identificare la causa di tali sintomi riscontrati nei pazienti in tre cliniche supportate da Msf nel governatorato di Damasco, dove l’organizzazione non era e non è direttamente presente e non ha la possibilità né la capacità di determinare o di attribuire responsabilità per l’evento». Sui siti ufficiali di Msf si trovano le informazioni corrette sulle comunicazioni e le attività di Msf in Siria.
In quanto a “Human Rights Watch”, ong dal nome affascinante e bellissimo, citata come ente attendibile dai media nazionali e internazionali, si possono esprimere simili perplessità sulle informazioni o sui dati fatti da essa circolare; ad esempio, ritroviamo tra i contributori George Soros, che contribuisce con 100 milioni di dollari sui 128 milioni di capitale detenuti dall’organizzazione. A chi non lo ricordasse, il magnate Soros è stato al centro delle più pesanti operazioni finanziarie e speculative degli ultimi vent’anni, al meno.

Altra fonte troppo spesso citata senza verificarne l’attendibilità è il Syrian Observatory for Human Rights, gestito a Londra da “Sua Trinità” Abdel Rahman o Rami Abdulrahman oppure Osama Ali Suleiman. Questo personaggio gestisce, in proprio, il flusso informativo relativo ai fatti del proprio paese, distribuendo a piene mani verità e fatti non confermati sul conflitto siriano, poi ripresi da tutte le agenzia di stampa, anche dall’italica Ansa.

In tutta questa ridda di commenti italici e internazionali, le 41 pagine della relazione ufficiale dell’Onu siglata da Ake Sellstrom (capo missione), Scott Cairns (capo del Opcw) e Maurizio Barbeschi (rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità) risultano non lette o approfondite; al loro posto e al centro del dibattito politico e mediatico stanno interpretazioni del conflitto fatte da certe “organizzazioni umanitarie” universalmente riconosciute come tali, le cui opinioni non suffragate da dati certificati si vanno a sostituire a quella dell’ Onu.

Concludiamo con una bellissima frase di Mark Twain che ci sembra illustri benissimo la situazione: «Una bugia può fare il giro del mondo nel tempo che la verità impiega ad allacciarsi le scarpe»

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ètn

Pierre Piccinin : ” Ci sarebbe un siriano a Londra..”

Pierre Piccinin, Il “Professore belga”:

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“Il vero tradimento è accettare il mondo siccome è, e usare la propria intelligenza per giustificarlo”

Pierre Piccinin.

“C’è un’organizzazione i cui resoconti vengono diffusi da numerosi media, ossia “l’Osservatorio siriano dei diritti umani (OSHR) ”, il cui presidente è Abdel Rahmane ( che usa altri due nomi, tipo Rami Abdulrahman e Osama Ali Suleiman, n.d.è.) molto conosciuto in Siria in quanto è un oppositore del regime da anni e ora vive a Londra e Stoccolma. Questo signore è molto legato al movimento dei Fratelli musulmani, principale gruppo di opposizione islamico al regime di Assad; per cui le informazioni che diffonde ritengo non siano affidabili.” PP

Siria – Intervista a Pierre Piccinin (Corriere del Ticino, 3 agosto 2011)

“Una rivolta complessa con cifre sfalsate… “

Intervista di Osvaldo MIGOTTO

La ribellione popolare contro il regime di Damasco e la conseguente repressione delle forze fedeli al presidente Assad si fanno di giorno in giorno più drammatiche. Abbiamo sentito la voce controcorrente di Pierre Piccinin, professore belga di Storia e Scienze politiche, da poco rientrato da un viaggio esplorativo in Siria.

Professore Piccinin, quanto è stato difficile entrare in Siria e per quanti giorni si è trattenuto nel Paese ?

“Sono stato in Siria dal 10 al 23 luglio dopo aver chiesto un visto all’ambasciata siriana. Nel lungo formulario che ho dovuto compilare ho imbrogliato un po’ non dicendo che sono un professore di Scienze politiche, e affermando che ero interessato all’arte. Così con mia sorpresa ho ottenuto un visto turistico senza difficoltà. Giunto all’aeroporto di Damasco ho noleggiato un’auto con la quale ho potuto circolare liberamente per tutto il Paese, senza dover essere accompagnato da nessuno e senza dover spiegare a nessuno quale sarebbe stato il mio itinerario.

Da mesi il regime siriano vieta l’entrata nel Paese a giornalisti stranieri, mentre lei ha ottenuto il visto d’entrata senza problemi. Vuol dire che i giornalisti sono meno ingegnosi ?

Questo in effetti è un grande interrogativo. È vero che i giornalisti sono automaticamente scartati al momento della richiesta di un visto d’entrata per la Siria, ma la cosa che mi ha colpito è di non aver visto intrufolarsi nel Paese neppure altri ricercatori.

 

A mia conoscenza vi è solo Alain Gresh, del mensile francese “Le Monde diplomatique”, che è andato in Siria qualche giorno dopo di me.

 

Ritornando al mio viaggio, il 15 luglio ho visitato anche la città di Hama (dove la repressione del regime è particolarmente brutale n.d.r.). Malgrado lo sbarramento creato dall’esercito, mi hanno lasciato entrare, ho potuto scattare delle foto, parlare con la gente e alla fine andarmene con le mie foto senza problemi.

 

Qual è la cosa che durante questo suo viaggio l’ha impressionata di più ?

 

Quando sono arrivato in Siria mi immaginavo di trovare un Paese nel caos, in piena rivoluzione, e invece sono rimasto stupito dal fatto di aver trovato un Paese molto calmo.

A fine febbraio e in marzo vi era stata una forte opposizione interna e delle grandi manifestazioni. Poi la repressione è stata molto violenta e ha causato molti morti. Per cui ora la gente non osa quasi più uscire a causa di questa repressione. Quindi il Paese è piuttosto calmo e le manifestazioni hanno luogo soprattutto nei quartieri periferici con dei piccoli gruppi che mobilitano al massimo un migliaio di persone. Queste persone si raggruppano soprattutto all’uscita dalle moschee, ma quando vengono individuate dalla polizia vengono subito attaccate con tiri all’impazzata che finiscono per disperdere i manifestanti.

Quindi la situazione è saldamente nelle mani del regime ?

Sì, a parte nella città di Hama dove è ancora presente un forte movimento di protesta.

Mi sono recato a Hama di venerdì per vedere cosa accade alla fine della preghiera nelle moschee, e ho visto manifestare  circa diecimila persone. La sera quando sono rientrato ho invece letto un dispaccio dell’agenzia stampa AFP che parlava di mezzo milione di manifestanti. È una cifra del tutto errata.

A cosa attribuisce questa differenza ?

C’è un’organizzazione i cui resoconti vengono diffusi da numerosi media, ossia “l’Os-servatorio siriano dei diritti umani”, il cui presidente è Abdel Rahmane, molto conosciuto in Siria in quanto è un oppositore del regime da anni e ora vive a Londra e Stoccolma. Questo signore è molto legato al movimento dei Fratelli musulmani, principale gruppo di opposizione islamico al regime di Assad; per cui le informazioni che diffonde ritengo non siano affidabili.

Hanno detto che a Hama hanno manifestato contro il regime mezzo milione di persone, ma la città ha solo 370 mila abitanti. Entrando a Hama il 15 luglio, ho trovato una città calma, con i blindati dell’esercito che controllavano le vie d’entrata e gli incroci dei villaggi circostanti.

E la popolazione locale ?

Entrando in città ho visto i danni causati dagli interventi militari agli inizi delle manifestazioni, con auto e camion bruciati, strade e immobili rovinati.

Vi erano poi dei giovani dei movimenti islamici che dettavano legge a bordo delle loro moto. Quando ho mostrato loro il mio passaporto belga mi hanno detto che ero il benvenuto e potevo guardare quanto stava accadendo nella loro città.

Non ha mai assistito a degli scontri tra ribelli e forze governative ?

Solo durante la mia visita a Homs ho assistito a degli scontri, il 14 luglio, tra l’esercito e dei manifestanti. Una cinquantina di giovani dal volto coperto ha attaccato un posto di controllo della polizia, suscitando l’intervento dell’esercito. Sono comunque stati i manifestanti a sparare per primi contro l’esercito.

Ha parlato con i leader della rivolta ?

Non con i veri leader, in quanto la maggior parte si trova in Turchia, ma a Damasco ho parlato con i coordinatori di quartiere, ossia i giovani che coordinano le manifestazioni nei singoli quartieri; soprattutto quelli periferici, dove la popolazione è piuttosto povera e molto religiosa e gli islamici sono quindi piuttosto presenti.

Che idea si è fatto della crisi siriana ?

Il caso siriano è molto complesso. Non ci troviamo di fronte alle rivoluzioni popolari contro il governo. Questo c’è, ma solo in parte. Vi è il movimento islamico con i suoi interessi, a nord vi è una ribellione autonomista della regione turcofona, che ha pure i suoi interessi. Dunque vi sono vari gruppi con interessi differenti, e in alcuni casi questi gruppi attaccano le forze dell’ordine. Ci sono delle manifestazioni pacifiche dei sostenitori della democrazia disperse dall’esercito che spara sulla folla, ma ci sono anche dei casi in cui l’esercito viene attaccato.”

<< Corriere del Ticinohttp://pierre.piccinin-publications.italiano.over-blog.com/4-index.html

 

2 anni dopo..

Domenico Quirico, >> “La Stampa” esteri  09/09/2013

“In questa conversazione – si parla della ormai famosa  chiamata via Skype – dicevano che l’operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l’Occidente a intervenire militarmente. E che secondo loro il numero dei morti era esagerato”.

“Io non so – è il racconto di Domenico Quirico – se tutto questo sia vero e nulla mi dice che sia così, perché non ho alcun elemento che possa confermare questa tesi e non ho idea né dell’affidabilità, né dell’identità delle persone. Non sono assolutamente in grado di dire se questa conversazione sia basata su fatti reali o sia una chiacchiera per sentito dire, e non sono abituato a dare valore di verità a discorsi ascoltati attraverso una porta”.

                                                                   ———————————————————————————————-

– Adesso, io non vorrei esprimere giudizi sull’ uomo Quirico e neanche sul giornalista, e’ ovvio che saltino alla mente diverse domande, una su tutte: Quanto puo’ essere attendibile una classificazione  fonti-informazioni di questo tipo, da parte di una persona che si presuma faccia di mestiere il reporter di guerra?…Quest’ uomo, mente sapendo di mentire, ignora veramente i fatti riguardanti la vicenda delle armi chimiche, oppure qualcuno gli ha “consigliato” di muoversi con la massima prudenza?…E sull’ identita’ dei rapitori (e quindi la fonte dell’ informazione), veramente non ne sa nulla ?

Vediamo cosa risponde Pierre Piccinin:

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“E ‘il suo punto di vista. Non l’ho ancora contattato su questo tema” , ha risposto il Sig. Piccinin invitato da RTL-TVI dal vivo. “Sono un po’ sorpreso perché eravamo insieme e c’ era un ufficiale  della Brigata Al Faruk”, (di cui la “Abu Ammar”, che li teneva in ostaggio è una delle articolazioni), quando abbiamo sentito questa conversazione. La conversazione era tra il generale del libero esercito che ci aveva sequestrati e l’ ufficiale di al-Farouk. Da questa conversazione emerse chiaramente che il regime di Assad non era il responsabile “. L’attacco con i gas, che è la base su cui si fondano le prove USA  per decidere se attaccare o meno il regime di Bashar al-Assad.”

<<RTL-TVI en direct >>http://www.rtl.be/info/belgique/faitsdivers/1031019/piccinin-persiste-et-signe-al-assad-n-est-pas-derriere-l-attaque-au-gaz

– Voi che ne dite, di Quirico pessimo giornalista o semplicemente l’ ennesimo farabolano?

ah, non chiedetelo a me, non leggo “La Stampa” di Torino –

Rami Abdulrahman

Sua Trinita’ Abdel Rahman, Rami Abdulrahman e Osama Ali Suleiman.

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étn.

Mr Assange: L’ importanza della crittografia nella lotta all’ Imperialismo.

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Tuesday 9 July 2013 12.45 BST, Londra.

“I veri cypherpunks erano per lo più libertari californiani (1). Io provengo da una tradizione diversa, ma tutti NOI abbiamo cercato di proteggere le libertà individuali dalla tirannia dello stato. La Crittografia è stata la nostra arma segreta. È stato dimenticato quanto questo fosse sovversivo . La Crittografia, allora, era di proprietà esclusiva degli Stati, utilizzata nelle loro guerre varie.

Creando il nostro software abbiamo contribuito a  diffonderla in lungo e in largo, abbiamo liberato la crittografia, democratizzandola e condividendola attraverso le frontiere della nuova internet.

La conseguente repressione, messa in atto attraverso varie leggi sul “traffico di armi”, e’ fallita. La Crittografia è diventato uno standard nel web browser e in altri software che le persone ormai utilizzano quotidianamente. Una forte crittografia è uno strumento essenziale nella lotta contro l’oppressione dello stato. Questo è il messaggio nel mio libro, “Cypherpunks“. Ma il movimento per la disponibilità universale della crittografia forte deve fare molto di piu’. Il nostro futuro non risiede nella libertà dei singoli individui .

Il nostro lavoro in WikiLeaks impartisce un’appassionata comprensione delle dinamiche dell’ordine internazionale e della logica dell’Impero. Durante l’ascesa di WikiLeaks abbiamo visto prove di piccoli paesi vittima di bullismo, dominati da paesi più grandi o infiltrati da imprese straniere che hanno agito contro gli interessi di questi paesi. Abbiamo visto come l’ espressione della volontà popolare viene negata attraverso elezioni comprate e vendute, e le ricchezze di paesi come Kenya rubati e venduti all’asta da plutocrati a Londra e New York.

La lotta per l’autodeterminazione del latino-america è importante per molte più persone, non solo per chi vive in America Latina, perché mostra al resto del mondo che si può fare. Ma il percorso di indipendenza latino-americana è ancora alla sua infanzia. Tentativi di sovversione della democrazia latino-americani si verificano ancora, tra cui i casi più di recenti in Honduras, Haiti, Ecuador e Venezuela.

Ecco perché il messaggio della cypherpunks è di fondamentale importanza  per il pubblico latino-americano. La sorveglianza di massa non è solo un problema per la democrazia e il governo, e’ un problema geopolitico. La sorveglianza di un’intera popolazione da parte di una potenza straniera  minaccia naturalmente la sua  sovranità. Ogni intervento  negli affari delle democrazie latinoamericane ci ha insegnato a essere realistici. Sappiamo che i vecchi poteri sfrutteranno ancora qualche vantaggio per ritardare o eliminare il focolaio d’indipendenza latino-americana.

Consideriamo la semplice geografia. Tutti sanno che le risorse di petrolio guidano  la geografia politica. Il flusso di petrolio determina chi domina, chi viene invaso, e chi è l’ escluso dalla comunità globale. Controllare fisicamente anche il solo segmento di un oleodotto produce grande potere geopolitico. I governi in questa posizione possono ricavarne enormi vantaggi strategici. In un colpo, il Cremlino potrebbe di re alll’Europa orientale e alla Germania che potrebbe lasciarli un inverno senza riscaldamento. E anche la prospettiva che Teheran costruisca nuovi impianti di condotte sull’ asse est , verso  l’India e la Cina è un pretesto nella logica bellicosa diWashington.

Ma il nuovo grande gioco non è la guerra per gli oleodotti. È la guerra per le tubazioni di informazioni: il controllo sui percorsi di cavo in fibra ottica che si diffondono sotto i mari  e via terra. Il nuovo tesoro globale è il controllo sui flussi di megadati  che collegano interi continenti e civilta’, che collegano le comunicazioni di miliardi di persone e organizzazioni.

Non è un segreto che, su internet e al telefono, tutte le strade da e per l’America Latina passino attraverso gli Stati Uniti. L’ Infrastruttura Internet USA dirige il 99% del traffico da e verso il Sud America su linee in fibra ottica che fisicamente attraversano i confini statunitensi. Il governo degli Stati Uniti non ha dimostrato scrupoli nel violare le proprie leggi per attingere a queste linee e spiare i propri cittadini. Non ci sono leggi di questo tipo contro lo spionaggio sui cittadini stranieri. Ogni giorno, centinaia di milioni di messaggi da tutto il Latino-america vengono divorati dalle agenzie di spionaggio degli Stati Uniti, conservati per sempre in magazzini dalle dimensioni di piccole città. I fatti geografici sull’infrastruttura di internet, quindi, potrebbero avere conseguenze serie per l’indipendenza e la sovranità dell’America Latina.

Il problema trascende anche dalla geografia. Molti governi latino-americani e le forze armate mettono al sicuro i loro segreti attraverso  crittografia hardware. Queste sono scatole e software in cui i messaggi-scramble (resi indecifrabili) vengono registrati e decifrati su altre estremità. Alcuni Governi li acquistano per mantenere i loro segreti al sicuro – spesso con grandi spese per il popolo – perché giustamente temono che le loro comunicazioni vengano intercettate.

Ma le aziende che vendono questi dispositivi costosi hanno stretti legami con la Comunità dell’intelligence degli Stati Uniti. I Loro amministratori delegati e collaboratori senior sono spesso matematici e proprio quegli ingegneri del NSA che vendono le invenzioni che loro stessi  hanno creato per la sorveglianza degli stati.

I dispositivi spesso vengono deliberatamente danneggiati: rotti con uno scopo. Non importa chi li utilizza o come essi vengono utilizzati – Le agenzie degli Stati Uniti mantengono la possibilita’ di decodificare il segnale e leggere i messaggi.

Questi dispositivi vengono venduti ai latino-americani come un prodotto per proteggere i loro segreti, ma in realta’ si tratta semplicemente di  un modo di rubare loro i propri segreti.

Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno accelerando la prossima grande corsa alle armi. Le scoperte del virus Stuxnet (2) – e quindi del virus Duqu and Flame  – annunciano una nuova era del “software armato” altamente complesso fatto di Stati potenti che attaccano gli Stati più deboli. Il Loro uso aggressivo nell’ attacco all’Iran ( per mezzo di Stuxnet) è determinato a minare gli sforzi iraniani sul mantenimento della propria sovranità nazionale..una prospettiva che cambia significato, diventando anatema per gli interessi statunitensi e israeliani nella regione.

Una volta l’uso di virus informatici come armi offensive era un dispositivo di stampa nei romanzi di fantascienza. Ora è una realtà globale, spronata dal comportamento imprudente dell’amministrazione Barack Obama in violazione del diritto internazionale. Altri Stati seguiranno ora questa direzione, migliorando la loro capacità offensiva per recuperare il ritardo.

Gli Stati Uniti non sono l’unico colpevole. Negli ultimi anni, l’infrastruttura internet di paesi come l’Uganda è stata arricchita di investimenti cinesi diretti. Prestiti pesanti sono stati elargiti in cambio di contratti con aziende africane dalle aziende cinesi per costruire spine dorsali di  infrastrutture internet, collegamenti tra scuole, ministeri del governo e delle Comunità nel sistema globale di fibra ottica.

L’ Africa ora e’ online, ma con hardware forniti da una aspirante superpotenza straniera . L’ Internet africano sarà il mezzo con cui l’ Africa continuera’ ad essere soggiogato nel XXI secolo? È Africa diventera’ ancora una volta un teatro per il confronto tra le potenze mondiali?

Queste sono solo alcune delle strade importanti in cui il messaggio della cypherpunks va oltre la lotta per la libertà individuale.

La Crittografia può proteggere non solo le libertà civili e i diritti degli individui, ma la sovranità e l’indipendenza di interi paesi, la solidarietà tra gruppi che combattono per  cause comuni e il progetto di emancipazione globale. Può essere utilizzata per combattere non solo la tirannia dello stato sopra l’individuo ma la tirannia dell’Impero sopra gli Stati più piccoli.

I cypherpunks ancora devono fare il loro lavoro più grande. Unisciti a noi.

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Mr Julian Assange.

Prigioniero/ospite dell’ Ambasciata di Ecuador a Londra.

traduzione ricerca ètn

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(1) dal francese libertaire, è un termine che indica un’ideologia che si basa sulla libertà come valore fondamentale, anteponendo la difesa della stessa ad ogni autorità o legge, ed è quindi sinonimo di anarchismo.

(2)Stuxnet è un virus informatico creato e appositamente diffuso dal governo USA (nell’ambito dell’operazione “Giochi Olimpici” iniziata da Bush nel 2006 e che consisteva in un “ondata” di “attacchi digitali” contro l’Iran) in collaborazione col governoI sraeliano nella centrale nucleare iraniana di Natanz, allo scopo di sabotare la centrifuga della centrale tramite l’esecuzione di specifici comandi da inviarsi all’hardware di controllo industriale responsabile della velocità di rotazione delle turbine allo scopo di danneggiarle.

Francesco Gonzaga: “La vera storia della Siria”

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“Sono ripartita circa 10 mesi prima che scoppiassero le prime guerriglie…Si stava molto bene, la popolazione stava benissimo, era un paese ricco e si viveva liberamente…Persino una donna straniera, da sola, e per di più proveniente dall’Europa..I mostri sono altri.

Damasco è la città che ha subito meno danni, perchè non è caduta nelle mani dei ribelli…..Aleppo é distrutta….soprattutto la parte più antica….

E’ stata tutta una manipolazione….i ribelli in realtà sono mercenari, a volte persino stranieri che non parlano neanche arabo….

pagati da USA, FRANCIA, GB….”

J. M.

Francesco Gonzaga: In Italia, in questi caldi giorni d’agosto, il sole splende ancora fino a tardi. Le giornate sono lunghe, ognuno di noi ha la propria routine: lavoro, amici, serate. Preoccupazioni, gioie, emozioni. Il disco dorato sorge e poi tramonta, e noi seguiamo esattamente questo ciclo. Incuranti. Ignari del fatto che c’è un pezzo di mondo, nemmeno troppo lontano da noi, in cui l’umanità si sta squarciando. Un pezzo di mondo in cui uomini di carne, come noi, vengono barbaramente uccisi, giorno e notte. Ma la cosa più terribile è un’altra. Il peggio è che tutte le sovrastrutture che reggono il nostro mondo dorato, i media, la politica, non sono ignare, non sono incuranti. Sono complici. Coautori di questo orrendo disegno di morte.
Da questo senso di ribrezzo per ciò che mi circonda, nasce il desiderio di provare a descrivere, con i semplici strumenti di cui dispongo, la vera storia della Siria. A testimonianza di quanto scrivo, elencherò in fondo varie fonti, tra cui scritti, video ecc. Spero che lo sgomento causato dalla verità vi travolga, proprio come ha fatto con me, e che il rigurgito che ne derivi vi spinga a smascherare quanto più possibile intorno a voi queste orrende menzogne.
Partiamo dal contesto. Prima dell’inizio di questa ondata di violenze, nel marzo 2011, la Siria era uno stato senza rilevanti conflitti interni. Dal punto di vista politico, il paese era retto dal partito Ba’th, che si era impadronito del potere nel 1963. Nel 1970 prese la guida del potere Hafiz Al Assad, padre di Bashar che istaurò una forma ereditaria del ruolo di presidente della Repubblica, tanto che alla sua morte, nel 2000, il presidente divenne l’attuale Bashar Al-Assad. Il partito Ba‘th, politicamente parlando, è un partito di ideologia tendenzialmente socialista, con spiccate tendenze al nazionalismo arabo.
Assolutamente di secondo piano per il partito è la dimensione confessionale( prova ne sia che i tre fondatori, negli anni ’40, erano di tre religioni diverse). La Siria di Bashar Al-Assad è stata dunque un paese con una forte impronta laica, dove il governo( detentore del potere esecutivo) e l’assemblea nazionale (detentore del potere legislativo) avevano componenti appartenenti al partito Ba’th (o alla lista degli altri partiti moderati ad esso alleato) provenienti dalle diverse etnie e gruppi religiosi della nazione (sciiti, sunniti, drusi, cristiani, curdi), senza discriminazione. Ugualmente, era permesso e tollerato ogni tipo di culto religioso. Nei media occidentali si dà grande risalto al fatto che la famiglia Assad appartenga al clan degli Alawiti, gruppo religioso vicino al credo dei mussulmani sciiti, non particolarmente numeroso nel paese, ma in realtà questo non ha grande importanza. Infatti l’appartenenza a diversi ceppi etnici/religiosi all’interno della Siria non era motivo di forti contrasti o tensioni(esempio personificato di ciò è la moglie di Bashar Al-Assad, sunnita, sposata tranquillamente con un Alawita, e molto occidentale e laica nel modo di esprimersi). Dal punto di vista della politica interna, in Siria era in vigore dal 1963 lo stato di emergenza e la legge marziale, a cagione del permanente stato di guerra/tensione con Israele. Ciò permetteva al presidente la soppressione di alcuni articoli della costituzione, e il mantenimento di fatto di un regime semi-dittatoriale, in cui appunto la famiglia degli Assad deteneva importanti funzioni, pur lasciando ampia autonomia di scelta tramite l’elezione popolare dell’esecutivo e dell’assemblea popolare(un regime quindi con molte più libertà di altri paesi del golfo come per esempio l’Arabia Saudita). Dal punto di vista della politica estera invece, la Siria è stata da sempre uno dei più acerrimi nemici di Israele. In anni recenti, il presidente Assad ha stretto sempre più i legami con Hezbollah e l’Iran facendo leva sul comune sentimento anti-israeliano, nonostante a livello politico permangano grandi differenze tra il regime siriano, come detto molto laico e tendenzialmente socialista, e gli altri due membri dell’“alleanza”, in cui l’importanza della dimensione confessionale ricopre un ruolo determinante.
Ora i fatti. Quelli veri, non filtrati da un’informazione che in Italia ci giunge distorta, frammentaria, spesso capovolgendo del tutto la realtà. Sul finire del marzo 2011, alcune migliaia di siriani scendono in piazza in diverse città, soprattutto a Daraa. Quasi la totalità dei manifestanti esprime i propri slogan del tutto pacificamente. Coloro che protestano si dividono generalmente in due correnti: i laici riformisti , meno numerosi, che chiedono al presidente Assad la cessazione dello stato di emergenza introdotto nel 1963, la promulgazione di riforme, l’abolizione della legge marziale e più in generale la liberalizzazione totale della vita politica del paese, e coloro che in altri paesi arabi sono conosciuti come i simpatizzanti dei Fratelli Musulmani, ovvero estremisti religiosi sunniti, che sono sempre stati emarginati dalla vita politica del paese (in Siria fin dagli anni ‘60 non era permesso al partito dei Fratelli Musulmani di presentarsi, per impedire una deriva islamista dello stato), e che chiedevano sostanzialmente un maggior peso della religione islamica all’interno dello stato Siriano. E’necessario constatare comunque che, diversamente da altri paesi come l’Egitto, a causa principalmente della sua storia ma anche della sua conformazione etnica, in Siria coloro che erano favorevoli ad un cambiamento in direzione di maggior intransigenza religiosa erano, e sono, fortemente minoritari.
Il 24 marzo, sull’onda delle manifestazioni svoltesi in tutto il paese, il presidente Assad, annunciava l’avvio di un articolato processo di riforme: dichiarava inoltre che un comitato avrebbe studiato norme per abrogare lo stato di emergenza e per elaborare una legge sui partiti, per superare il monopolio del partito Ba’th. Contemporaneamente in tutto il paese un numero enorme di persone si recava in piazza per affermare il proprio sostegno al presidente (nessuna di queste oceaniche manifestazioni è stata mostrata dai media occidentali). Nonostante però queste importanti concessioni da un lato, ed enormi iniziative popolari a sostegno del regime dall’altro, durante l’ultima settimana di marzo continuano ad arrivare al presidente notizie terribili: nel corso di nuove manifestazioni organizzate dall’opposizione si registrano un grande numero di morti e feriti, non solo però tra i manifestanti, ma anche tra le forze di sicurezza. Il presidente dichiara pubblicamente più volte che nessuno ha ordinato alle forze di sicurezza di sparare sui dimostranti (del resto, al di fuori della stupida logica istillata dai nostri media, è difficile pensare che per poliziotti normali, soldati semplici, sia “perfettamente naturale” sparare indiscriminatamente sui propri connazionali senza alcuna pietà). Alla fine di questa tragica settimana, il quadro è più chiaro: ci sono molti video, trasmessi all’inizio solo dalla televisione di stato siriana, poi da alcuni emittenti russe, che mostrano la verità: in diverse manifestazioni organizzate dall’opposizione, sono presenti elementi non meglio identificati, che, armati, sparano sulle forze di sicurezza. In altri video è possibile vedere cecchini che sparano indiscriminatamente sia sulle forze di sicurezza che sui manifestanti, creando sempre più, com’è facile immaginare, scompiglio, confusione, terrore. Col passare del tempo, le forze di sicurezza riescono a catturare alcuni di questi elementi, le cui confessioni sono trasmesse in continuazione dalle reti nazionali e dalle reti russe, venendo completamente ignorate, naturalmente, dai media europei e americani. Si tratta molto spesso di mercenari stranieri, sauditi,afghani,iracheni e di tante altre nazionalità oppure di siriani, che appartenendo al terrorismo islamico internazionale, in cambio di somme di denaro spesso ingenti fornite da potenti finanziatori, uccidono forze di sicurezza e civili, senza alcun tipo di discriminazione. Per creare il caos. Il presidente Assad, sconvolto come la maggior parte della popolazione, il 30 Marzo denuncia per la prima volta pubblicamente questi fatti.
All’inizio una buona fetta degli oppositori moderati non crede alle parole del presidente, e ritiene che il gran numero di morti di quei giorni sia dovuto al pugno di ferro adottato dal governo. Ma, con il trascorrere dei giorni, si mostra sempre più il tremendo volto dell’orrore. Nei giorni successivi, nuove manifestazioni sfociano in veri e propri massacri, causati nuovamente dalla presenza di terroristi internazionali sia tra le fila dei manifestanti, sia in mezzo tra questi e le forze di sicurezza. Ma non basta. Si hanno notizie in tutto il paese di veri e propri eccidi: intere caserme della polizia sterminate, centinaia di famiglie massacrate. I cosiddetti “ribelli” in questa fase non sono altro che mercenari affiliati al terrorismo islamico internazionale, provenienti da 29 paesi diversi (infiltrati in Siria grazie al sostegno di Arabia Saudita, Usa, Israele tramite il confine turco, libanese, giordano), reclutati da potenti finanziatori (approfondiremo più avanti chi sono costoro) ed equipaggiati con armi nuovissime di fabbricazione europea, americana, israeliana. Tra di loro sono presenti anche siriani di nascita, che approfittano dell’offerta di denaro per compiere massacri e orrori insieme a questi relitti umani. E così, nel giro di breve tempo, da ogni parte della Siria arrivano notizie terribili, quasi troppo incredibili per essere vere. Arrivano foto e video di interi villaggi o quartieri ricoperti di cadaveri. Ma queste bestie a forma di uomo, non si limitano a uccidere senza distinzione civili, poliziotti, musulmani, sciti, laici al grido di Allahu Achbar. La maggior parte dei cadaveri viene trovata sgozzata, decapitata, mutilata senza pietà. Spesso i medici riferiscono che i cadaveri presentano segni di violenze e abusi, indifferentemente se uomini, donne, vecchi o bambini. Ci sono video su Youtube come quello in cui uno di questi abominevoli esseri umani, dopo aver tagliato a pezzi con un machete un soldato delle forze di sicurezza, gli strappa il cuore dal petto, e ne ingoia un pezzo. Si avete capito bene, proprio così.
Alcuni sopravvissuti raccontano altre storie atroci, come quella di un bambino di 11 anni sopravvissuto per miracolo ad uno di questi massacri, che narra la fine della sua famiglia, orrendamente sgozzata a freddo da “un gruppo di strani diavoli con la barba lunga, per nulla rassomiglianti a militari”. Altri, all’arrivo delle forze dell’ordine, raccontano che questi pazzi, una volta entrati nel quartiere, prendono alcuni civili dalle case e, radunata tutta la popolazione in piazza, li uccidono pubblicamente. A volte riprendono la scena col telefonino, mettendo poi il video su Youtube, per fare vedere “cosa succede” ad opporsi al loro potere. Ma non è tutto. Quando alcuni di questi diavoli vengono catturati dalle forze di sicurezza, (spesso tra l’altro le fonti governative riferiscono che costoro hanno nel sangue sostanze allucinogene, droga, alcol in gran quantità) si possono udire altre confessioni di questi semi-analfabeti, ancora più terribili. Costoro dichiarano di essere pagati da “sceicchi”, che versano loro mensilmente un gran numero di dollari, al quale essi sono totalmente asserviti, anche dal punto di vista ideologico, arrivando a svolgere qualunque tipo di compito. Inoltre sono in molti a testimoniare che spesso questi gruppi compiono massacri di civili vestendo divise militari, oppure fanno saltare edifici con civili dentro riprendendo con videocamere le stragi, per poi trasmetterle a reti estere quali Al-Arabiya, attribuendo la paternità di questi atroci delitti alle forze governative….>>continua su http://www.informarexresistere.fr/2013/08/31/la-vera-storia-della-siria-3/

-ALCUNE IMMAGINI NEL VIDEO POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA, ALTRE SEMPLICEMENTE FARVI VOMITARE..-

Links:
mercenari/cecchini che sparano sui dimostranti e sulle forze di sicurezzahttp://www.youtube.com/watch?v=2_gWq4VwVx4
presenza di terroristi mercenari nelle file dei manifestanti http://www.youtube.com/watch?v=TsDj02O1NLo
enorme manifestazione in favore del presidente Assad http://www.youtube.com/watch?v=d7zFUaDOPCE
una delle tante confessioni dei diavoli sanguinari http://www.youtube.com/watch?v=BjfQox4gKfY
intervista radiofonica ad un Siriano, che racconta tutta la verità, suscitando lo sdegno della radio francese http://www.youtube.com/watch?v=iUggbF5bISY
clamoroso esempio di mistificazione prodotta dai media italiani http://www.youtube.com/watch?v=b0xqCBfosdw
il “ribelle” che dopo aver estratto il cuore ad un soldato morto, ne addenta un pezzo (video terribile)http://www.youtube.com/watch?v=RFfnxK-YGGQ
esecuzione e mutilazione di tre civili da parte di “ribelli” https://www.youtube.com/watch?v=gTwJLergnDM
esecuzione pubblica di tre civili da parte dei “ribelli” https://www.youtube.com/watch?v=orIID6SGZR8
gruppo di soldati orrendamente trucidato dai “ribelli” https://www.youtube.com/watch?v=UdW_l-iHrDg&bpctr=1377656011
un altro gruppo di soldati ammazzato da un altro gruppo di “ribelli”https://www.youtube.com/watch?v=LHxf4q8ygpQ
uno dei più terribili video sugli omicidi da parte dei ribelli https://www.youtube.com/watch?v=lsusrsf4KQE
la vergogna del terrorismo italiano https://www.youtube.com/watch?v=CCgnzTQoEO4
Bel reportage realizzato da report russi sulla situazione in Siria. https://www.youtube.com/watch?v=_jiEA5KKupg
Intervista al presidente della comunità siriana in Italia http://www.youtube.com/watch?v=AXtuqPi6UHk
Intervista ad Assad, che si fa in quattro per cercare di spiegare la veritàhttp://www.youtube.com/watch?v=hxzamavpBNY

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Il metodo USA

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Ecco chi comanda veramente negli Stati Uniti d’ America…Nella lettera, scritta il 17 febbraio del 2012 da un gruppetto di pressione, una lobby, troverete i nomi di molti criminali, professori di grandi Universita’ e tanti giornalisti, quelli che prima di ogni guerra preparano l’ opinione pubblica per mezzo del terrore, manipolando la realta’, vendono morte spacciandola per liberta’..E Democrazia!..Non scandalizzatevi se in mezzo alle firme ci trovate anche quelle di cittadini siriani. E’ il Dio denaro che governa il mondo.

All’Onorevole Barack H. Obama

Presidente degli Stati Uniti d’America

La Casa Bianca

Washington, DC

Caro Signor Presidente:

Da undici mesi, il popolo siriano sta morendo ogni giorno per mano del loro governo che cerca di rovesciare il regime brutale di Bashar al-Assad. Come mostrano i recenti eventi nella città di Homs, in cui centinaia di siriani sono stati uccisi nel giro di pochi di giorni, Assad non si fermerà davanti a niente per mantenere la sua presa sul potere.

Dato il recente fallimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite , noi crediamo che gli Stati Uniti non possano continuare a rinviare le proprie responsabilità strategiche e morali  in Siria di fronte agli attori regionali quali la Lega araba, o aspettare il consenso da protettori del regime di Assad, la Russia e Cina. Pertanto vi invitiamo a prendere misure immediate per fermare decisamente le atrocità del regime di Assad contro i civili  siriani, e per accelerare la nascita di un governo post-Assad in Siria.

Il Futuro della  Siria non è puramente una preoccupazione umanitaria. Il regime di Assad rappresenta una grave minaccia per gli interessi della  sicurezza nazionale degli  Stati Uniti. Il governo siriano, secondo  il Dipartimento di Stato e’ nella lista degli stati sponsor del terrorismo  dal 1979, e mantiene una partnership strategica con l’ altro governo sponsor del  terrore l’Iran, così come con Hamas e Hezbollah. Per anni, ha facilitato l’ingresso di combattenti stranieri in Iraq che hanno ucciso truppe americane. Per anni, in segreto ha perseguito un programma nucleare con l’aiuto della Corea del Nord. E per decenni, ha collaborato strettamente con l’Iran e altri  portatori di violenza e instabilità  minacciando   alleati e partner degli americani in tutto il Medio Oriente.

Altrettanto preoccupanti  le  potenze straniere  già intervenute  direttamente in Siria a sostegno del regime di Assad. La  Russia sta fornendo armi e rifornimenti per il governo siriano. Il Corpo della Guardia Rivoluzionaria dell’Iran e Hezbollah  operano in Siria e assistono le forze militari siriane e le milizie pro-regime nel tentativo di schiacciare l’opposizione siriana. A sua volta, la mancanza di determinazione e di azione da parte dei membri responsabili della comunità internazionale sta ulteriormente rinforzando il regime di Assad.

Alla luce di questi fatti, vi invitiamo a prendere le seguenti azioni immediate per accelerare la fine del regime di Assad e la catastrofe umanitaria che sta infliggendo al popolo siriano:

*Stabilire immediatamente zone sicure all’interno del territorio siriano, nonché  zone off limits per i militari del regime di Assad e le forze di sicurezza, intorno Homs, Idlib e altre aree a rischio, al fine di proteggere i civili siriani. Per quanto possibile, gli Stati membri dovrebbero collaborare in questi sforzi con i paesi che la pensano cosi, come la Turchia e membri della Lega Araba.

*Stabilire contatti con l’Esercito siriano libero (FSA) in collaborazione con gli alleati in Medio Oriente e in Europa, con una gamma completa di assistenza diretta, compresi gli aiuti di autodifesa per la FSA.

*Migliorare il coordinamento degli Stati Uniti con i gruppi politici di opposizione e  fornire loro  tecnologie di comunicazione sicure  e altri aiuti che contribuiranno a migliorare la loro capacità di preparare un post-Assad in Siria.

*Lavorare con il Congresso  degli  Stati Uniti per   imporre  sanzioni multilaterali e paralizzanti sul governo siriano, specialmente in materia di energia della Siria, settore bancario e settori di spedizione.

*Se gli Stati Uniti non prenderanno  il comando, agendo individualmente o in concerto con le nazioni che la pensano allo stesso modo, migliaia di altri civili siriani probabilmente moriranno, e la guerra civile emergente in Siria incendiera’ probabilmente il Medio Oriente, rendendolo instabile . Dati gli interessi americani in Medio Oriente, come pure le implicazioni per coloro che cercano la libertà in altre società repressive, è indispensabile che gli Stati Uniti e i loro alleati prendano in considerazione  una qualsiasi opzione , tra cui l’intervento militare.

Il popolo siriano chiede assistenza internazionale. E ‘evidente che la leadership americana è necessaria per garantire la fine più rapida per il regno brutale del regime di Assad, e per mostrare chiaramente al popolo siriano che, come e’ stato detto il 4 febbraio 2012, le persone  del mondo libero sono dalla loro parte  mentre cercano di realizzare le loro aspirazioni.

Cordiali saluti,

Khairi Abaza (Fondazione per la Difesa delle Democrazie)

Ammar Abdulhamid   (Fondazione Tharwa)

Hussain Abdul-Hussain  (corrispondente con il quotidiano kuwaitiano Al Rai )

Tony Badran (Fondazione per la Difesa delle Democrazie)

Paul Berman (scrittore e saggista statunitense di orientamento neoconservatore, professore di giornalismo   alla New York University.)

Max Boot (autore, consulente, editorialista, conferenziere e storico militare)

Ellen Bork (Director, Democracy and Human Rights at the Foreign Policy Initiative)

L. Paul Bremer ( diplomatico . Noto per il suo ruolo di amministratore della Coalition Provisional Authority in Iraq dopo l’ invasione del 2003)

Matteo RJ Brodsky* (consigliere dei membri del Congresso, del Dipartimento di Stato, del Dipartimento della Difesa, Special Operations Command, e del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Uno specialista in questioni mediorientali e politica araba)

Elizabeth Cheney (avvocato e commentatore politico . Cheney è la figlia maggiore dell’ex vice presidente Dick Cheney)

Seth Cropsey (Politico e professore presso l’ Università di Chicago)

Toby Dershowitz (Fondazione per la Difesa delle Democrazie)

James Denton (editore e redattore del bimestrale di stampa rivista World Affairs)

Mark Dubowitz (Foundation for Defense of Democracies)

Nicholas Eberstadt*  (economista politico,  titolare della cattedra di Wendt Henry in economia politica presso l’American Enterprise Institute (AEI).  Consulente Senior per l’ufficio nazionale di ricerca asiatica (NBR), membro della Commissione per la visita presso la Harvard School of Public Health , membro del Consiglio di Leadership globale al World Economic Forum. Eberstadt ha scritto molti libri e articoli su questioni politiche ed economiche, tra cui la demografia e la situazione politica della Corea del Nord. Egli ha lavorato per organizzazioni governative e internazionali, l’US Census Bureau, il dipartimento di stato degli Stati Uniti, USAID e Banca mondiale e spesso è stato invitato ad offrire testimonianza esperta prima del Congresso.)

Eric S. Edelman (Sottosegretario alla Difesa per la politica , l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Turchia (2003-2005), ex ambasciatore degli Stati Uniti per la Repubblica di Finlandia (1998-2001), e l’ex Assistente del Vice Presidente per gli Affari di Sicurezza Nazionale (2001-2003). Una carriera come Ufficiale alForeign Service )

Jamie M. Fly * (ex consigliere di George W. Bush)

Reuel Marc Gerecht (scrittore americano e analista politico incentrato sul Medio Oriente)

Abe Greenwald (Senior Editor di Commentary)

John P. Hannah (ex consigliere per la sicurezza nazionale per il vicepresidente americano Dick Cheney)

William Inboden *( ex direttore senior per la pianificazione strategica del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca)

Bruce Pitcairn Jackson (ex vice presidente della divisione armi di Lockheed Martin)

Ash Jain (ex membro di politica del personale di pianificazione del Dipartimento di Stato)

Kenneth Jensen (Centro americano per la democrazia)

*Sirwan Kajjo * ( giornalista siriano-curdo con sede a Washington, DC)

Lawrence F. Kaplan (Visiting Professor presso l’ US Army War College)

Irina Krasovskaya (founder and President of  We Remember Foundation,)

William Kristol* (fondatore ed editore del settimanale di approfondimento politico The Weekly Standard e commentatore fisso al Fox News Channel ed editorialista del New York Times. Ha insegnato filosofia politica presso l’Università della Pennsylvania e la John F. Kennedy School of Government dell’Università Harvard. È visiting professor all’Università Harvard dove tiene un corso su Senofonte, Socrate e l’antica Grecia.Nel 1985, durante la presidenza Reagan, entra a far parte della pubblica amministrazione statunitense come capo dello staff del ministro dell’Istruzione William Bennett. Sotto l’amministrazione di George H. W. Bush diviene capo dello staff del vicepresidente Dan Quayle.È stato uno dei più tenaci oppositori della riforma di Bill Clinton sulla Sanità ed ha sostenuto apertamente la guerra in Iraq)

Michael Ledeen* (storico e giornalista statunitense) Negli anni ’70 si è occupato della storia del fascismo e ha collaborato con Renzo De Felice. In seguito ha continuato a frequentare spesso l’Italia. Ha lavorato anche come consulente storico per il SISMI. È implicato in alcuni importanti scandali, come lo scandalo Iran-Contra ed il Nigergate; è stato inoltre accusato di aver collaborato con la P2 di Licio Gelli, nonostante abbia negato qualsiasi implicazione.

È membro dell’American Enterprise Institute,

Ruolo nella crisi di Sigonella

Vicino ad ambienti dell’Amministrazione Reagan senza tuttavia ricoprire incarichi ufficiali, fu presente alla Casa Bianca durante il colloquio telefonico tra il Presidente americano e il Presidente del Consiglio Craxi nel pieno della crisi di Sigonella nell’autunno 1985[3], inserendosi nella traduzione simultanea in inglese della conversazione e scavalcando di fatto il traduttore ufficiale Thomas Longo Jr, capo dell’Italian Desk del dipartimento di stato che protestò vivamente ottenendone l’allontanamento.

Per il suo fare intrigante e anche sospetto nella politica italiana poco dopo il Direttore del SISMI dell’epoca Amm. Fulvio Martini lo fece dichiarare persona sgradita in Italia. Ritornò sulla scena e nel nostro paese durante le non chiare vicende che ci coinvolsero nella 2ª guerra contro l’Iraq

Tod Lindberg (esperto di politica americana e di un assegno di ricerca presso la Stanford University ‘s Hoover Institution)

Herbert I. Londra

Clifford D. May  (giornalista americano, editore e attivista politico. Egli è il presidente della Fondazione per la Difesa delle Democrazie)

Ann Marlowe (giornalista e scrittore)

Robert C. McFarlane, detto “Bud”* (ex Consigliere della Sicurezza Nazionale)

Joshua Muravchik ( fellow at the School of Advanced International Studies (SAIS) of Johns Hopkins University. He is an adjunct professor at the DC based Institute of World Politics)

Martin Peretz  (editore. Precedentemente  assistente professore presso la Harvard University)

Danielle Pletka  (australiana. Vice-presidente per gli studi di politica estera e di difesa alla American Enterprise Institute (AEI)

John Podhoretz (direttore di Commentary Magazine, editorialista del New York Post , l’autore di diversi libri sulla politica, e un ex scrittore dei discorsi presidenziali (presidential speechwriter)

Stephen Rademaker (avvocato , lobbista ed ex  funzionario del governo Bush)… – Una vita inutile! –

Karl Rove ( giornalista e politologo statunitense. Attualmente collabora con la Fox News, il Newsweek ed il Wall Street Journal)

Jonathan Schanzer (vice president of research at the Foundation for Defense of Democracies.)

Randy Scheunemann *(Lobbista. Presidente del Comitato per la liberazione dell’Iraq. Fu aiutante di sicurezza nazionale di Trent Lott’s e  Consigliere Segretario alla difesa Donald Rumsfeld sull’Iraq. Egli è un lobbista pagato dallo stato della Georgia e fu aiutante della politica estera de candidato presidenziale 2008 John McCain)

Gary J. Schmitt*  (direttore esecutivo (1999-2001) e presidente (2002-2005) del nuovo progetto cittadinanza prima di diventare il direttore esecutivo del progetto per il nuovo americano del secolo (PNAC) dal 1998 al 2005. Egli è ora un erudito residente e co-direttore del centro di Ware Marilyn l’American Enterprise Institute for Security Studies, lanciato nel 2012)

Daniel S. Senor* (Scrittore americano e consigliere politico. Era il principale portavoce dell’autorità provvisoria della coalizione in Iraq e consulente senior politica estera  di Mitt Romney candidato alla presidenza degli Stati Uniti durante la campagna elettorale 2012. È coautore del libro nazione di start-up: miracolo della storia dell’ economia di Israele )

Lee Smith* (senior editor at the Weekly Standard and the author of The Strong Horse: Power, Politics, and the Clash of Arab Civilizations.)

Henry D. Sokolski (Direttore esecutivo del centro di educazione politica non proliferazione. Direttore esecutivo del centro di educazione politica non proliferazione, un’organizzazione no profit basata su Washington, fondata nel 1994 per promuovere una migliore comprensione delle questioni di proliferazione di armi strategiche tra i politici, gli studiosi e i media. È stato nominato dal Congresso degli Stati Uniti per servire la Commissione sulla prevenzione delle armi di massa distruzione proliferazione e terrorismo, che ha presentato la sua relazione finale in dicembre 2008

Sokolski servito dal 1989 al 1993 come deputato per la politica di non proliferazione nell’ufficio del Segretario alla difesa e più tardi ha ricevuto Medaglia del Segretario della difesa per servizio pubblico eccezionale. Prima di questo, ha lavorato nell’ufficio di valutazione della segretaria netto sulle questioni di proliferazione.

Oltre al suo servizio del ramo esecutivo, Sokolski servito dal 1984 attraverso 1988 come aiutante legislativo militare Senior senatore Dan Quayle e come assistente speciale in materia di energia nucleare al senatore Gordon J. Humphrey dal 1982 al 1983.

Sokolski anche servito come consulente su questioni di proliferazione al Consiglio nazionale di intelligenza della Comunità di intelligenza. Dopo il suo lavoro al Pentagono, ha ricevuto un appuntamento del Congresso alla Commissione proliferazione Deutch, che ha completato la sua relazione nel luglio 1999. Fu anche un membro Senior Advisory Panel dell’agenzia di intelligenza centrale dal 1995 al 1996)

Daniel Twining : Senior Fellow for Asia at the German Marshall  Fund of the United States

Peter Wehner*  (senior fellow presso dell’Ethics and Public Policy Center. Precedentemente ha lavorato nelle amministrazioni di Ronald Reagan, George H.W. Bush e Bush. Nell’ultimo dei quali, prestò servizio come assistente del Vice Presidente.)

Kenneth R. Weinstein* (Presidente e Capo Executive Officer di Hudson Institute. Sovrintende l’Istituto ricerca, gestione progetti, affari esterni, marketing e lerelazioni di governo. Esperio di affari internazionali, politica pubblica e discorsi pubblici, relazioni americano-europea, affari politici, affari di Medio Oriente, Francia, Giappone e religione. Commenta gli affari nazionali e internazionali in televisione e in pubblicazioni come il Washington Post, The Weekly Standard e The New Republic.

Ken Weinstein* è un teorico politico, che ha ricevuto il Ph.D in scienze politiche dall’Università di Harvard, suo il  D.E.A in Sovietica e studi europei orientali dall’Institut d’Etudes Politiques de Paris e il suo B.A. in generale studia in scienze umane dell’Università di Chicago. È cresciuto a New York e frequentato Stuyvesant High School. Ha insegnato presso il Claremont McKenna College e Università di Georgetown.Egli è stato decorato con un knighthood in arti e lettere dal Ministero francese della cultura e comunicazione come un Chevalier dans l’Ordre des Arts et des Lettres e si serve di nomina Presidenza e la conferma del Senato come membro del Consiglio nazionale di studi umanistici, l’ente che governa il National Endowment for the Humanities. Egli lavora  anche sulla coalizione guida del progetto sulla riforma della sicurezza nazionale )

Leon Wieseltier  critico scrittore editore

R. James Woolsey* specialista di politica estera ed ex direttore  della Cia- (dal 5 febbraio 1993 al 10 gennaio 1995)

Khawla Yusuf*  (autore siriano, dissidente, attivista nei  diritti umani  , co-fondatore e presidente della Fondazione Tharwa.  attivo nel promuovere i diritti umani, attivista dissidente , ricercatore presso la Fondazione per la Difesa delle Democrazie.)

Robert Zarate (direttore del Foreign Policy Initiative (FPI)

Radwan Ziadeh* Radwan Ziadeh è il direttore del Damascus  Center for Human Rights Studies  e visiting scholar presso la George Washington University. Il suo libro più recente è Potere e politica in Siria: i servizi di intelligence, le relazioni estere e la democrazia in Medio Oriente moderno (IB Tauris, 2010)

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ricerca e traduzione >> ètn.

Traduzione conferenza stampa di John Kerry sulla Siria

26/08/2013 John Kerry. USA
note in asterisco a pie’ di pagina.

Not proof, ma abbiamo innegabili prove che siano state utilizze armi chimiche da parte di assad .*

“Il massacro indiscriminato di civili, l’uccisione di donne bambini e persone innocenti con armi chimiche è un oscenità morale. E’ un atto imperdonabile” ha detto Kerry,

“Le regole internazionali sull’ uso delle armi non possono essere violate senza conseguenze…Ora a guardare quelle immagini nei video sui SOCIAL MEDIA si prova una sofferenza indescrivibile…Le immagini che scuotevano le famiglie, morti nei loro letti senza una goccia di sangue ne una ferita visibile,CORPI CONTORCERSI IN SPASMI, indimenticabile sofferenza umana.

3:15. “Dai report sui numeri delle vittime, i sintomi dei morti e le ferite e dai resoconti di prima mano delle organizzazioni umanitarie come Medici Senza Frontiere e La Commissione dei Diritti Umani siriana
abbiamo avuto la conferma che quello che e’ accaduto e’ vero: Le ARMI CHIMICHE SONO STATE USATE IN SIRIA!..NOI SAPPIAMO CHE IL REGIME SIRIANO CUSTODISCE QUESTE ARMI CHIMICHE”*

4:15. ABBIAMO LE PROVE, E NEI PROSSIMI GIORNI VE LE FORNIREMO!.

4:30 La Siria non ha mai collaborato con l’ ONU sulle ispezioni

4:50 Ban Ki Moon ha detto la scorsa settimana che l’ indagine dell’ Onu NON DETERMINERA’ CHI HA USATO LE ARMI CHIMICHE ma SE sono state USATE.

“MA TANTO ORMAI E’ CHIARO A TUTTO IL MONDO”

5:36 “Ho parlato con il ministro degli esteri siriano, ed ho capito che se il regime non avesse avuto niente da nascondere avrebbe dovuto dimostrarsi da subito trasparente garantendo un accesso immediato e NON SVAGHEGGIARE PER 5 GIORNI RACCONTANDO LA STORIELLA (esattamente il senso della frase)

” La loro risposta doveva essere immediata e senza restrizioni!” *

” Il regime siriano*, ha RIFIUTATO il permesso agli investigatori delle UN..L’ accesso immediato avrebbe potuto scagionarli, invece hanno attaccato ulteriormente l’ area CON BOMBARDAMENTI SISTEMATICI PER RIMUOVERE LE PROVE , QUESTO NON E’ IL COMPORTAMENTO DI CHI NON HA NIENTE DA NASCONDERE, SOPRATTUTTO ARMI CHIMICHE.”

“L’ apertura alle ispezioni Onu arriva troppo tardi per essere credibile.”*

“Oggi abbiamo notizia di un attacco agli investigatori dell’ ONU insieme a continui bombardamenti.”

“Obama ha trascorso tanto tempo al telefono con i ministri esteri e l’ amministrazione sta consultando attivamente i membri del Congresso”

7:15 “Kerry parla di Obama che si e’ impegnato molto nel sostenere il trattato di non proliferazione sulle armi chimiche, dice che gli Stati Uniti hanno portato avanti la messa al bando delle armi non convenzionali”

“Obama e’ in stretto contatto con gli ALLEATI CHIAVE e IL PRESIDENTE LI INFORMERA’ SULLE RISPOSTE DA DARE A QUESTO USO INDISCRIMINATO DI ARMI CHIMICHE*”

“IL presidente Obama ritiene che chi ha usato quelle armi atroci contro le persone piu’ vulnerabili al mondo se ne assumera’ la responsabilita’… Niente oggi e’ piu’ serio e niente e’ piu’ grave e necessita di attenzione.”

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*quelle della Francia, della Grandissima Bretagna oppure quelle estrapolate e interpretate dai report delle agenzie umanitarie?

* La versione di Medici senza frontiere:“MSF non può né confermare SCIENTIFICAMENTE la causa di questi sintomi, NE STABILIRE CHI E’ IL RESPONSABILE DELL’ ATTACCO “, prosegue Janssens. “Tuttavia, i sintomi dei pazienti, in aggiunta al quadro epidemiologico degli eventi -caratterizzato dal massiccio afflusso di pazienti in un breve lasso di tempo, dalla provenienza dei pazienti, e dalla contaminazione dei medici e del personale sanitario – indicano chiaramente l’esposizione di massa ad un agente neurotossico(non specificato, n.d.è). Ciò costituirebbe una violazione del diritto internazionale umanitario, che vieta assolutamente l’uso di armi chimiche e biologiche”….COMUNICATO UFFICIALE MEDICI SENZA FRONTIERE..

* se avesse usato il termine resa la frase avrebbe forse avuto lo stesso senso

* secondo Kerry 5 giorni sono sufficienti a rimuovere le prove sull’ uso di armi chimiche

* Ha detto “Obama li informera’ sulle risposte da dare” non ” si confrontera’ per decidere se attaccare o meno la Siria”.

ètn

Thttps://wikileaks.org/gifiles/docs/1671459_insight-military-intervention-in-syria-post-withdrawal.html